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No alla nuova idolatria del denaro

21 Febbraio 2016

 

DOMENICA 21 FEBBRAIO – SECONDA DI QUARESIMA

 

Dt 6,4a; 11,18-28; Sal 18 (19); Gal 6,1-10; Gv 4,5-42

 

 

Gesù le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. “Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete”. (Gv 4, 13-15a)

 

 

La sete è il simbolo dei nostri desideri più profondi, dei nostri desideri più autentici, e Gesù ci dice che c’è una sovrabbondanza di vita che solo lui puoi donare. Questo dono, il Signore è venuto a portarlo per tutti, il suo invito a bere quest’acqua che zampilla per la vita eterna è gratuito e sempre disponibile. Molte volte di fronte ai nostri bisogni più urgenti ed immediati dimentichiamo che siamo tutti bisognosi, che il desiderio di felicità e di pienezza è un desiderio che c’è in tutti i cuori, anche in quello dei fratelli più indigenti. C’è una sete legata ai diritti fondamentali di ogni uomo e ai beni di prima necessità, ma c’è anche la sete di Dio, che ci spinge ad abbracciare l’annuncio liberante del perdono dei peccati e del male commesso in nome di una comunione che ci viene promessa per la vita eterna.

 

 

Preghiamo

 

C’è nell’anima una preghiera

che non consce tregua:

è il desiderio.

Qualunque cosa tu faccia,

se desideri amare Dio

tu non smetti mai di pregare.

Se vuoi non smettere di pregare,

non smettere nemmeno di desiderare.

 

[S. Agostino]

 

 

 

IMPEGNO SETTIMANALE

 

Signore, il desiderio di te abita il mio cuore.

In questa settimana porrò attenzione nel non cercare di appagare la mia “sete” altrove.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]