At 8, 1b-4; Sal 65 (66); 1Cor 15, 21-28; Gv 6, 30-35
Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola. (At 8, 3-4)
Colpisce parecchio la contrapposizione tra le due immagini che risultano da poche righe: Paolo che con la cura meticolosa di chi vuole distruggere, va di casa in casa, per imprigionare i cristiani. Proprio coloro che sono dispersi, però, compiono il movimento opposto: riescono a riunirsi perché, di luogo in luogo, trasformano il vuoto provocato dalla violenza in occasione di annuncio della Parola, in occasione perché ancora l’annuncio della buona notizia possa diffondersi, riempendo di vita quelle situazioni di morte.
Forse è quello lo stile dei cristiani: i discepoli del Signore sono capaci di vivere la sua resurrezione, passaggio dalla morte alla vita, scoprendo, dove nessuno immaginerebbe, possibilità nuove per fare germogliare vita nuova.
Preghiamo
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
dal Salmo 65 (66)

