At 17, 16-34; Sal 102 (103); Gv 12, 44-50
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un’altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmarie altri con loro. (At 17, 32-34)
Sulla resurrezione si gioca la possibilità di diventare cristiani: quei greci, che erano stati coinvolti dall’annuncio di Paolo, non riescono ad accettare ciò che pare loro assurdo.
Quella, però, è sin dall’origine anche l’esperienza dei discepoli: a Emmaus, solo nel momento dello spezzare il pane, dopo aver ascoltato il suo commento delle Scritture, i discepoli capiscono di essere alla presenza di Gesù, vivo per sempre.
Non si può accettare con superficialità la resurrezione, si tratta di modificare radicalmente il proprio sguardo, fino a riconoscere che Dio ha detto per sempre sì alla vita donata da Gesù, volendola così anche per ogni essere umano.
Preghiamo
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
dal Salmo 102 (103)

