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La venuta del Signore

Venerdì della I settimana di Avvento

21 Novembre 2025

Ez 3, 16-21; Sal 50 (51); Gl 3, 1-4; Mt 9, 35-38

Ezechiele disse: «Al termine di quei sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: ‘Tu morirai!’, e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio ed egli non si converte dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato. (Ez 3, 16-19)

L’ascolto della parola comporta una responsabilità, per sé e per tutti. Essa non è un bene privato, ma la sua ricchezza si manifesta volendo raggiungere l’umanità intera. L’ascolto della parola, offerta a tutti, fa sì che tutti possano scoprire la loro responsabilità decisiva perché anche altri la possano udire. Quanto proposto a Ezechiele è un motivo di verifica della propria esistenza: quante volte la fede viene ridotta a un bene personale, dove il rapporto con il Signore si rinchiude in un monologo incapace di spingere a un dialogo sincero anche con chi ci è accanto.   

Preghiamo

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.  

dal Salmo 50 (51)