At 2, 1-11; Sal 103 (104); 1Cor 12, 1-11; Gv 14, 15-20
A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia. (At 2, 6-7a)
Udire parlare nella propria lingua genera turbamento, stupore e meraviglia. L’esperienza della Pentecoste è quella di poter ascoltare la Buona Notizia, grazie agli apostoli, senza dover negare la propria identità, ma scoprendo che il Signore raggiunge la realtà umana in tutte le sue sfaccettature e differenze. Proprio quella è la Buona Notizia, tanto da rendere manifesto che a ogni essere umano è consegnata la possibilità di vivere secondo lo stesso Spirito del Signore.
La reazione, però, è come un crescendo, dall’iniziale essere spaventati, fino alla curiosità data da uno stupore come se si fosse spettatori di uno spettacolo, alla meraviglia, che porta a riconoscere come quanto sta avvenendo coinvolga tutti, fino a trascinare nel cambiamento che comporta.
Celebrare oggi la solennità di Pentecoste può essere per tutti l’occasione per la medesima trasformazione, che fa fare esperienza del legame con Dio, arrivando alla costante meraviglia davanti a quella possibilità, così da ricevere ogni giorno come il dono di poterla realizzare.
Preghiamo
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
dal Salmo 103 (104)

