Ez 1, 1-12; Sal 10 (11); Gl 1, 1. 13-15; Mt 4, 18-25
Ezechiele disse: «Nell’anno trentesimo, nel quarto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del fiume Chebar, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine» (Ez 1, 1)
Aprire il tempo di avvento iniziando l’ascolto del profeta Ezechiele propone una questione decisiva: ancor prima di descrivere la sua visione, Ezechiele offre una notazione a proposito del periodo in cui accadde. Infatti, Dio si rivela a Ezechiele vive con il popolo di Israele, ormai deportato: la presenza del Signore non attende le condizioni ideali, anzi, egli si fa vicino proprio quando la storia sembra fallire.
Il tema è decisivo anche per i cristiani che vivono l’avvento, momento per scoprire la presenza del Signore nella storia, facendo spazio perché i propri occhi siano in grado di vederlo anche quando sembra di scorgere solo tenebre.
Preghiamo
Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo.
dal Salmo 10 (11)

