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Una meraviglia ai nostri occhi

Venerdì in albis

25 Aprile 2025

At 10, 34-43; Sal 95 (96); Fil 2, 5-11; Mc 16, 1-7

«E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». (At 10, 38-43)

Con quale coraggio Pietro poteva pronunciare quelle parole? Rivendicando il dovere di essere testimone e annunciatore della Resurrezione, senza avere nulla che potesse supportare le sue parole, dal momento che l’annuncio era tutto affidato alle vite, alle parole, alle mani di pochi discepoli. Da quel coraggio e da quella fede salda è dipesa la possibilità che generazioni e generazioni, fino ad oggi, hanno conosciuto e incontrato Gesù, crocifisso risorto. Il numero odierno dei cristiani non può però servire per sminuire il valore dell’annuncio e della testimonianza attuale, ma ciascuno può sentire per sé la stessa urgenza che ha mosso Pietro, non tanto come un dovere formale, ma come l’intima necessità che emerge dall’incontro con il Signore risorto.

Preghiamo

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

dal Salmo 95 (96)