Ez 3, 22 – 4, 3; Sal 129 (130); Eb 5, 1-10; Mt 10, 1-6
Egli mi disse: “Va’ e chiuditi in casa. E subito ti saranno messe addosso delle funi, figlio dell’uomo, sarai legato e non potrai più uscire in mezzo a loro. Farò aderire la tua lingua al palato e resterai muto; così non sarai più per loro uno che li rimprovera, perché sono una genìa di ribelli. Ma quando poi ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu riferirai loro: ‘Dice il Signore Dio’. Chi vuole ascoltare ascolti e chi non vuole non ascolti; perché sono una genìa di ribelli”.
Il segno che il Signore realizza grazie a Ezechiele è drammatico: il profeta muto e legato – la parola che non può parlare, la sua totale paralisi. Momenti drammatici che fanno parte dell’esperienza spirituale di ciascuno; in questo caso, però, il Signore vuole ricordare che spesso è impossibile udirlo a causa del peccato, che rende insensibili alla sua parola. Oggi è il giorno per verificare in quale modo la sua presenza è lasciata distante, per fare rimuovere le occasioni di peccato di modo che la sua parola possa ancora risuonare nella propria vita.
Preghiamo
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
dal Salmo 129 (130)

