Gn 41, 1b-40; Sal 118 (119), 129-136; Pr 29, 23-26; Gv 6, 63b-71
La proposta piacque al faraone e a tutti i suoi ministri. Il faraone disse ai ministri: «Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?». E il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, non c’è nessuno intelligente e saggio come te. Tu stesso sarai il mio governatore e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te». (Gn 41, 39-40)
Proprio Giuseppe, colui che era stato rifiutato dai fratelli e che viveva come straniero in Egitto, viene riconosciuto dal faraone come il più intelligente e saggio, persona di fiducia alla quale affidare il governo.
Giuseppe è colui tramite il quale la storia dell’alleanza tra il popolo di Israele e il Signore potrà continuare, in questo modo si esprime con efficacia che la logica del Signore non corrisponde a quella umana, ma spesso proprio dove meno lo si aspetta si manifesta la sua presenza. Poter riconoscere la presenza del Signore è allora un esercizio continuo di conversione, quello che spinge a indagare negli aspetti più trascurati e rifiutati della storia e delle persone, per scoprire che proprio quelli sono privilegiati dal Signore per manifestarsi.
Preghiamo
Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa
e non permettere che mi domini alcun male.
Riscattami dall’oppressione dell’uomo
e osserverò i tuoi precetti.
dal Salmo 118 (119)

