Gn 49, 29 – 50, 13; Sal 118 (119), 145-152; Pv 31, 1-9; Gv 7, 43-53
Giacobbe diede quest’ordine ai suoi figli: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Ittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Ittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti». (Gn 49, 29-32)
Scegliendo il luogo della propria sepoltura, Giacobbe si ricollega alla storia che lo ha preceduto; tornare alle origini, a partire da Abramo, è occasione per scoprire quanto si è dilatata la promessa del Signore fino a quel momento, verificando anche che spesso essa si è realizzata percorrendo vie inattese.
Dello stesso tenore può essere la memoria che ogni cristiano fa della propria esistenza, considerando in quale modo il Signore ha elargito doni inaspettati e per quali vie è in grado di condurre la storia.
Preghiamo
Precedo l’aurora e grido aiuto,
spero nelle tue parole.
I miei occhi precedono il mattino,
per meditare sulla tua promessa.
dal Salmo 118 (119)

