At 28, 16-28; Sal 96 (97); Rm 1, 1-16b; Gv 8, 12-19
E, avendo fissato con lui un giorno, molti vennero da lui, nel suo alloggio. Dal mattino alla sera egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza, e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai Profeti. Alcuni erano persuasi delle cose che venivano dette, altri invece non credevano. (At 28,23-24)
La testimonianza data da Paolo è essenziale e radicale: parla del Regno di Dio, rivelato in Gesù, definendo il compimento delle Scritture della prima alleanza. Quell’annuncio, valido per tutti e valido per sempre, non sortisce però un risultato univoco: alcuni credono in virtù di quelle parole, altri, proprio per quelle parole, non arrivano alla fede.
Il mistero della libertà è il dono di un Dio tanto grande da implicare che la sua rivelazione si scopra nella misura in cui ciascuno decide di mettere in gioco la propria esistenza, facendola risuonare grazie a quelle parole. La centralità di Gesù per la fede e quindi la vita di ciascuno non si definisce però una volta per tutte, né in modo preventivo: proprio oggi è possibile, anche a chi è già cristiano, verificare in quale modo e con quale intensità si riesca a professare la fede «riguardo a Gesù».
Preghiamo
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
dal Salmo 96 (97)

