At 3, 17-24; Sal 98 (99); 1Cor 5, 7-8; Lc 24, 1-12
Pietro disse al popolo: «Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù». (At 3, 17-19)
La conversione ha origine dalla gioia per la resurrezione di Gesù. Non è possibile cambiare vita solo perché spinti dal senso del dovere, oppure perché colpiti dal dolore. È possibile cambiare vita perché contagiati dalla gioia, quando si è trasformati dall’amore che si dona in tutta gratuità.
Rimanere in contemplazione dell’opera di Dio, che resuscita Gesù promettendo una vita nuova, per sempre, a ogni sua creatura, è la possibilità di sentirsi raggiunti dallo stesso invito fatto da Pietro, avendo addirittura il coraggio di capire che non sono il peccato e i rifiuti già realizzati, ma l’amore sconfinato del Signore ad avere l’ultima parola, quella che apre alla possibilità di un avvenire realmente rinnovato.
Preghiamo
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona:
santo è il Signore, nostro Dio!
dal Salmo 98 (99)