Ct 7, 13a-d. 14; 8, 10c-d; Sal 44 (45); Rm 8, 24-27; Gv 16, 5-11
Di buon mattino andremo nelle vigne; vedremo se germoglia la vite, se le gemme si schiudono, se fioriscono i melograni. Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi: amato mio, li ho conservati per te. Così io sono ai suoi occhi come colei che procura pace! (Ct 7, 13a-d. 14; 8, 10c-d)
Le parole dell’amata sono piene d’amore, tanto che esalta l’abbondanza della natura che la circonda: quando si è innamorati, la realtà tutta assume un nuovo gusto; non si tratta di una mera illusione, ma della possibilità di considerare la realtà a partire da quello sguardo benevolo che corrisponde a riconoscerla come un dono. Così ogni giorno, anche nelle difficoltà e nelle ambiguità che contiene, può essere l’occasione per intendere la realtà a partire dallo sguardo di Dio, chi è legato al Signore in virtù dell’amore che da lui riceve, può considerare anche il mondo come un dono ricevuto e da ridonare a lui trasformato.
Preghiamo
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.
dal Salmo 44 (45)

