At 17, 1-15; Sal 113B (115); Gv 12, 37-43
Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c’era una sinagoga dei Giudei. Come era sua consuetudine, Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture, spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti. E diceva: «Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio». Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. (At 17, 1-4)
La descrizione dell’efficacia dell’annuncio di Paolo è così convincente che un lettore distratto potrebbe rischiare di non stupirsi per quanto accade: non deve essere stato facile per tutte quelle persone convertirsi fino a riconoscere Gesù come il Cristo. Non è stato facile perché non è mai a poco prezzo l’occasione di riconoscere Dio manifestato in Gesù, nella debolezza più profonda, in un dono di sé così grande da rovesciare il modo con il quale essere Dio.
In fondo, quell’occasione è ogni giorno a portata di mano, ma è altrettanto necessario continuare a convertirsi, lasciandosi stupire e coinvolgere da un Dio rivelato nella storia umana di Gesù.
Preghiamo
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
dal Salmo 113A (115)