At 3, 12b-16; Sal 64 (65); 1Tm 2, 1-7; Gv 21, 1-14
«Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi». (At 3, 15-16)
Pietro motiva il miracolo della guarigione del paralitico alla fede nel nome di Gesù. Quel nesso non è immediato e dovrebbe sorprendere: innanzitutto è stato Pietro a compiere il miracolo, ma subito è come se si facesse da parte, riconoscendosi strumento dell’azione divina e non sua origine. Inoltre, egli sottolinea che quell’uomo ha ripreso vigore in virtù della fede in Gesù, colui che Dio ha risuscitato dai morti. La vita nuova e per sempre dipende da colui che è stato ucciso, ma è autore della vita, sua sorgente e destinazione.
La capacità di riconoscere la presenza del Signore negli eventi di vita, nei nuovi inizi, nelle occasioni per ricominciare, è quanto Pietro consegna come possibilità per ogni cristiano: anche oggi, celebrare il Signore della vita è accogliere quella pienezza in ogni giorno che passa.
Preghiamo
Beato chi hai scelto perché ti stia vicino:
abiterà nei tuoi atri.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
delle cose sacre del tuo tempio.
Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza.
dal Salmo 64 (65)

