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Verso l’unità del genere umano

Is 30,18-26b; Sal 145 (146); 2 Cor 4,1-6; Gv 3,23-32a

16 Dicembre 2018

«Andarono da Giovanni e gli dissero: “Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui”. Giovanni rispose: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: non sono io il Cristo, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”». (Gv 3,26-28)

La questione che viene ripresa più volte è impostata unicamente per aprire la strada alla preziosa figura di Giovanni, che ricorda come la ragione del successo di Gesù, del suo predicare così attento e accolto è data dal fatto che “viene dall’alto”, viene da Dio. Il Battista è quindi presentato come l’esempio del giusto atteggiamento del cristiano: accettare la novità della rivelazione di Gesù. Colpisce l’atteggiamento del Battista che, consapevole di non essere altro che un servo inutile, sa di dover fare strada a chi sarà in grado di raccogliere in sé e consegnare a tutti lo Spirito prefigurato dai profeti. Noi stiamo attendendo qualcuno, non qualcosa, e lo potremo incontrare ed accogliere se saremo capaci di farci noi stessi precursori, preparando la via al Signore che viene. Una via che è fatta di attenzione agli altri, di capacità di cogliere ciò che conta davvero secondo il Vangelo.

Preghiamo

O Sapienza, parola dell’Altissimo, che domini per tutti l’universo e amabilmente ogni cosa governi, rivelaci la via della saggezza.
(Antifona alla commemorazione del battesimo)

Impegno settimanale
Cerco ogni giorno di mettermi in ascolto della parola intensificando la preghiera personale e comunitaria: dispongo il cuore e la mente ad accogliere il “Verbo”.

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]