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Un popolo in marcia verso la Gerusalemme celeste

Ger 3,6s.5,25-31; Sal 102 (103); Zc 6,9-15; Mt 15,1-9

4 Dicembre 2018

«Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me». (Mt 15,7-8)

La questione della purità ed impurità dei cibi è risolta da Gesù stabilendo un principio che sottolinea il suo punto di vista: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca”. Quando parla di “bocca” Gesù intende i pensieri e i movimenti del cuore, ma questo era incomprensibile per l’uomo antico che poteva essere contaminato solo da qualcosa che veniva dall’esterno.
Le parole di Gesù invitano allora ad inoltrarsi e a scoprire un mondo nuovo nel quale ciò che conta è la purità ed impurità del cuore e, se questo principio crea scandalo, è invece l’occasione per Gesù per un annuncio nuovo, per un punto di vista diverso da portare nel mondo. Quello che conta non sono allora le cose o formule esteriori ma è il cuore dell’uomo che si apre alla buona novella di Gesù, alla misericordia e alla disponibilità all’ascolto.

Preghiamo

Lieti aspettiamo la tua venuta: vieni, Gesù Signore. Tu che esisti da prima dei tempi ti sei degnato di farti mortale con noi. Attendiamo che ti riveli nella tua gloria, Gesù salvatore. Conservaci senza peccato per il giorno della tua venuta.
(Canto allo spezzare del pane e alla comunione)

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]