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Ospitalità, riconciliazione e perdono

Dn 7,9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1,1-12; Lc 3,23-38

4 Gennaio 2019

«Il Signore Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli,…».(Lc 3,23)

Luca segnala l’età di Gesù e a questa nota fa seguire la narrazione di un albero genealogico che collega Gesù al suo popolo, che lo pone nella sua storia e lo costituisce come il punto di arrivo di tutta l’esistenza. Dietro ai nomi citati dovremmo impegnarci a leggere tutte le vicende successe nei secoli, a vedere storie di gioia e di dolore, di peccato e di infedeltà e, contemporaneamente, di amore da parte di Dio. Gesù è solidale con tutta la storia dell’umanità. Luca fa solo un cenno alla storia meravigliosa che guida la vita di Gesù, che lui ha già raccontato, facendo riferimento a Giuseppe: per comprendere chi è Gesù occorre guardare in alto. È importante ricordare che tutto avviene grazie all’opera dello Spirito Santo.
La genealogia serve all’evangelista per dire come la linea orizzontale dell’origine umana è importante per comprendere ed accogliere nella fede la linea verticale che ci ricorda la provenienza divina: Gesù viene direttamente da Dio. Gesù afferma la sua trascendenza proprio ribadendo la sua umanità.

PreghiamoIllumina il tuo popolo, o Dio santo, e accendi i nostri cuori alla splendida fiamma della tua grazia perché la nascita del Salvatore del mondo ravvivi negli animi nostri la gioia. Amen.
(Orazione all’inizio dell’assemblea)

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]