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Chiamata alla santità di un popolo

Ss. Innocenti Martiri

28 Dicembre 2017

Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi». (Mt 2, 16)

Durante il tempo natalizio, dopo il sacrificio della vita di Stefano, dopo l’esempio di Giovanni che ci aiuta a leggere il Natale alla luce della Pasqua, oggi la liturgia ci offre una riflessione sulla morte di bambini ancora molto piccoli, contemporanei a Gesù. I piccoli martiri diventano un “paravento” al bambino Gesù che, con Maria e Giuseppe, deve affrontare in fretta un impervio viaggio per potersi salvare, ma nello stesso tempo, ne anticipano il mistero di salvezza che si compirà in Gesù con la morte in Croce. I martiri innocenti sono stati presi perché coetanei a Gesù, ma possiamo dire che ogni bambino e ogni uomo appartiene all’umanità di Cristo e, quindi, scelti per stare nel mondo dove Cristo è venuto per operare la salvezza. Può sembrare un controsenso ma il male diventa l’oggetto sul quale si riversa la misericordia e la redenzione del Signore. S. Ambrogio diceva: “Il peccato ci ha giovato di più di quanto ci abbia nociuto, in quanto la nostra redenzione ha trovato la grazia divina”.

Preghiamo
Il mio aiuto viene dal Signore
egli ha fatto cielo e terra.
(dal Sal 120)

[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]