Ap 1, 10; 2, 18-29; Sal 16 (17); Lc 10, 1b-12
Nel giorno del Signore udii una voce potente che diceva: «All’angelo della Chiesa che è a Tiatira scrivi: “Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere darò autorità sopra le nazioni: le governerà con scettro di ferro, come vasi di argilla si frantumeranno, con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”». (Ap 2,18; 26-29)
Custodire sino alla fine. Non basta compiere opere giuste, la risposta all’amore senza misura che il Signore dona a ogni essere umano comporta altrettanta abbondanza. È allora necessario valutare la situazione nella quale ci si trova, le virtù che si è già riusciti a sviluppare, non per farne un motivo per accontentarsi, bensì per riuscire a perseverare, senza mai ritenersi arrivati, ma tendendo sempre alla pienezza.
Preghiamo
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
di fronte ai malvagi che mi opprimono,
ai nemici mortali che mi accerchiano.
Dal Salmo 16 (17)