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Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

26 Dicembre 2013

II giorno dell’ottava di Natale – Santo Stefano, primo martire

 

 

At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30 (31); 2Tm 3,16-4,8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22

 

«In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui».    (At 8,1-2)

 

In un clima di stridente contrasto con l’atmosfera del Natale, in mezzo al timore delle persecuzioni, nella dispersione e nella fuga generale, ci sono uomini che non esitano a mettere in pericolo la loro vita pur di dare a Stefano una degna sepoltura. È un gesto di delicatezza estrema tributato al corpo di un defunto, quello che per la Chiesa sarebbe diventato una delle opere di misericordia. Eppure, nel Vangelo (Mt 25,31-46) non si cita questa settima opera, è stata aggiunta all’elenco in un momento successivo, quasi a significare che ciascuno di noi è chiamato a leggere i segni dei tempi che attraversiamo, a porsi in atteggiamento di ascolto e ad inventare, con la fantasia della carità, i gesti necessari a rispondere alle richieste dei fratelli che soffrono.

  

Preghiamo

Padre, poiché ti è gradito il sacrificio di opere giuste e ti inebri al profumo della fraterna misericordia, donaci un cuore generoso.                             

(D.M. Turoldo- Ravasi, I salmi)