V giorno dell’ottava di Natale
Mi 4,1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele». (Mt 2,20)
Contro tutti gli “Erodi” della storia, Dio ha generato la famiglia, ha donato a ogni bambino che viene al mondo un padre e una madre, riflesso della sua tenerezza! Dio crede così tanto nella famiglia che ne ha voluta una anche per sé, venendo in mezzo a noi. Gesù infatti vive in una famiglia semplice e piena di fede. Dio non l’ha preservata dalle prove, non l’ha salvaguardata dalle difficoltà come se fosse un’isola spensierata per un’infanzia senza problemi. Come ci ricordano i testi evangelici, la Santa Famiglia ha conosciuto le porte chiuse nel momento del bisogno, la prepotenza di chi comanda e la minaccia di morte per il suo bambino. La famiglia di Gesù ha sperimentato la fuga e l’esilio in un paese lontano e straniero, dove ricominciare tutto da capo. Ha vissuto l’anonimato, la vita ordinaria, la fatica del lavoro e la lieta quotidianità delle piccole cose di ogni giorno. Tutte le volte che sosteniamo con la solidarietà e la condivisione, famiglie che vivono momenti di difficoltà per il lavoro che manca, per la presenza della malattia, per le ingiustizie che incombono, noi ci rendiamo strumenti della Provvidenza. Rimaniamo in ascolto di quella via concreta di solidarietà reciproca che il Santo Padre Benedetto XVI ha suggerito, durante la Festa delle testimonianze a Bresso: la strada di gemellaggi tra famiglie, per affrontare la crisi insieme. Ogni volta che nella vita delle nostre famiglie, rafforziamo l’amore e il rispetto e custodiamo il silenzio raccolto della preghiera, noi ci mettiamo alla scuola della Santa Famiglia di Nazareth.
Preghiamo
Soccorrici nella nostra missione
di trasmettere la fede ai nostri figli.
Apri i loro cuori affinché cresca in essi
il seme della fede che hanno ricevuto nel battesimo.
(Benedetto XVI)
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