Gen 5,1-4; Sal 118 (119); Pr 3,27-32; Mt 5,20-26
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. (Mt. 5,21-22)
Il comandamento dice “Non uccidere”, ma per seguirlo non basta evitare l’omicidio. E’ necessario “strappare” dal nostro cuore tutto ciò che ci può condurre a uccidere o eliminare il fratello o la sorella: l’odio, l’insulto, il desiderio di vendetta, lo sfruttamento, l’ingiustizia, la diffamazione, l’intolleranza, il rancore, le invidie, le ideologie anti-vita.
Ricordiamo le parole di Mons. Oscar Romero: «Nelle nostre società c’è molto odio, c’è molta violenza, molto egoismo.Ciascuno crede di avere la verità e accusa l’altro per tutto il male e l’errore che esiste. Non è questo l’ambiente che Dio vuole.
Dio vuole un ambiente che senta la necessità del gran affetto e tenerezza di Dio, della grande riconciliazione. Per questo chiedo al Signore sempre che, mentre cammino raccogliendo il grido del popolo e il dolore di tanti delitti, la vergogna della violenza, che mi dia una parola opportuna per consolare, per denunciare, per chiamare alla conversione e anche se è una “voce che grida nel deserto” so che la Chiesa si sta sforzando per compiere la sua missione».
Preghiamo
Sii benevolo con il tuo servo e avrò la vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.
Forestiero sono qui sulla terra:
non nascondermi i tuoi comandi.
Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento.
(dal Salmo 118)