Gen 12,1-7; Sal 118 (119); Pr 4,10-18; Mt 5,27-30
Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. (Mt 5,27-28)
Fanno paura queste dure parole. Dipende forse da chi consideriamo essere colui che le pronuncia.
Gesùè costretto a puntare alto perché alta è la posta in gioco: la nostra libertà, la nostra salvezza. Egli ha a cuore ciascuno di noi, la nostra vita.
“Io invece vi dico”:già, non basta il compimento di alcune norme. Gesù sa l’insidia racchiusa in esse, ne ha visto i frutti di morte. Lui vuole condurci fino alla braccia del Padre. Per questo rilancia alto, rilancia da dentro, dal cuore. “Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”.
Ci ama e per questo ci vuole vicini:uomini e donne liberi, compassionevoli, amanti, che camminano oggi con lui. Non servi sottomessi né sudditi ossequienti.
Allora: cosa c’è nel nostro cuore? Vi cresce la fede generatrice di vita?
O è inciampo all’amore di Dio che vuole andare incontro all’altro? Cosa fa il nostro cuore?
Preghiamo
Padre santo e misericordioso
infrangi la durezza
della nostra mente e del cuore
perché sappiamo accogliere i tuoi insegnamenti
e portiamo frutti di vera e continua conversione.
(dalla liturgia)