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Vi ho chiamati amici

26 Maggio 2012

 

1Cor 2,9-15a; Sal 103(104); Gv 16,5-14

 

«… prenderà da quel che è mio e ve l’annuncerà». (Gv 16,14)

 

Lo Spirito di Dio è colui che conosce le profondità sia del Creatore che dell’uomo, sua creatura. Do ­po la passione, morte e resurrezione di Gesù, vie ­ne consegnato a noi per svelarci i “segreti” di questa vicenda, perché in essa Dio ha mostrato il suo volto. Lasciandosi vivificare dal respiro del Risorto, l’uomo pec­catore può finalmente guardare e vedere la realtà della storia dal punto di vista di Dio. Può così giudicare tutto e tutti. Perché è un giudizio di salvezza, eco del giudizio del suo Signore e Maestro. Ma, come già detto, lo Spirito conosce anche le profondità della creatura. Egli sa quali pesi possiamo portare. La conoscenza di Dio ha un peso proprio…e può schiacciare! Lo Spirito sa regolare la comunicazione dei “segreti” di Dio commisurandola alla nostra capacità, affinché non ci schiantiamo come otri vecchi colmati di vino nuovo (Mt 9,17)! Non è Dio ad essere geloso dei suoi “segreti”. Lo Spirito lavora su di noi affinché l’uomo vecchio, l’otre vecchio, ceda il passo all’uomo nuovo, quello che abita nella verità tutta intera.

 

Preghiamo

 

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;

togli loro il respiro: muoiono,

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;

gioisca il Signore delle sue opere.

(dal salmo 17)

 

 

[La Parola ogni giorno –"La creazione geme e soffre le doglie del parto". Gesù Cristo, sposo dell’umanità – Tempo di Pasqua 2012 – Centro Ambrosiano]