Giorno aliturgico
Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie. (Mt 27,66)
I nemici di Gesù sono convinti di aver vinto, ma vogliono assicurarsi da ogni rischio, da ogni possibile nuova impostura. Mentre noi attraversiamo il silenzio del sabato con già quasi sulle labbra l’alleluia della risurrezione. Ma lasciamo che questo silenzio ci parli, interroghi la nostra fede, faccia verità delle nostre attese, del nostro bisogno di una sola buona notizia. Meditiamo nel silenzio il significato di questa morte che è vita per noi. Questo silenzio di Dio non è minaccioso, non è affatto quello che precede una nuova tempesta, un diluvio ancora più drammatico e meritato. È il silenzio di un Dio che non ha altre parole da spendere per dirci il suo amore. La sua Parola fatta carne ci ha donato tutto sé stesso, tutto di Dio. È un silenzio già gravido della eccedente gloria del Salvatore risorto.
Preghiamo
Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari se io vacillo.
(Sal 13,4-5)