Gv 1, 1-10; Sal 96 (97); Rm 10, 8c-15; Gv 21, 19c-24
Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. (Gv 1, 1-4)
Celebrare oggi l’evangelista Giovanni è l’occasione innanzitutto per ringraziare: la fede in Gesù è donata a ciascuno grazie a chi la ha trasmessa, a partire da chi ha dedicato tutta la vita a testimoniarlo, anche tramite la scrittura del vangelo.
Ciò non basta: la trasmissione della fede corrisponde a donare una vita piena, che si realizza definendo legami nuovi, della stessa misura di quelli divini: comunione.
A quel punto, non si tratta solo di ricevere, ma di scoprire che si vive veramente quando, a propria volta, si lascia che la propria esperienza raggiunga anche altri, dando modo alla buona notizia di camminare nella storia.
Preghiamo
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
dal Salmo 96 (97)

