Almanacco liturgico Il Santo del giorno Il Vangelo di oggi Agenda dell'Arcivescovo
Share

Benedici il Signore, anima mia

Lunedì della settimana della II Domenica dopo Pentecoste

12 Giugno 2023

Es 5, 1-9. 19 – 6, 1; Sal 113A-113B (114-115); Lc 5, 1-6

Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!». Il Signore disse a Mosè: «Ora vedrai quello che sto per fare al faraone: con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li scaccerà dalla sua terra!».  (Es 5,22-23 -6,1)

Le parole che Mosè rivolge a Dio possono suscitare molte reazioni: come è possibile che si permetta di usare un tono tanto duro? Perché arriva a rinfacciare al Signore di non aver mantenuto la sua promessa di liberazione?
Quelle parole istruiscono ogni credente sulla profondità e l’autenticità che può raggiungere il rapporto con il Signore, espresso nel dialogo con lui nella preghiera: non determinato da inutili formalità, che si limitano a lasciare il legame sulla superficie. Le parole di Mosè rivelano la grande fiducia che egli ripone nel Signore, tanto che arriva a mettere davanti a lui, con schiettezza, quelli che sono i suoi desideri più profondi e i bisogni più essenziali del popolo.
Un rapporto così sincero e adulto ottiene una risposta altrettanto forte dal Signore, che si rivela come un dono che neppure si oserebbe sperare.

Preghiamo

Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.

dal Salmo 113A-113B (114-115)