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Carità: un rapporto di fede e speranza

Mercoledì della V settimana di Avvento

14 Dicembre 2022

Ger 30,1.18-22; Sal 88 (89); Zc 12,9 – 13,2; Mt 22,23-33

«Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio». (Mt 22,29)

Non è possibile comprendere la risurrezione dei corpi con gli schemi di questo mondo. Inoltre Gesù non vuole nemmeno lasciarsi imbrigliare in una casistica, così da fondare i criteri della fede nel Dio dei viventi classificando tutte le possibili circostanze in cui una persona potrebbe venire a trovarsi. L’uomo attaccato alla religione la vive in modo formale, attento unicamente a norme e precetti, come in questo caso, per giustificare questa maniacale tendenza, rasenta il ridicolo con quanto i sadducei vanno a chiedere a Gesù. L’uomo che invece vive di fede, appoggia tutta la sua vita e le sue sicurezze su colui che ha il potere di dare una vita nuova, di strappare dalla morte. Gesù stesso risorgerà da morte quale «primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20), questa sarà la suprema prova dell’onnipotenza di Dio in favore del Figlio, per la salvezza di tutta l’umanità.

Preghiamo

I miei giorni declinano come ombra
e io come erba inaridisco.
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.

Dal Salmo 101,12-13