Rut 2, 4-18; Sal 102 (103); Est 5, 1-8; Lc 1, 39-46
Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non fatele del male. Anzi fate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; lasciatele lì, perché le raccolga, e non sgridatela». Così Rut spigolò in quel campo fino alla sera. Batté quello che aveva raccolto e ne venne fuori quasi un’efa di orzo. Se lo caricò addosso e rientrò in città. Sua suocera vide ciò che aveva spigolato. Rut tirò fuori quanto le era rimasto del pasto e glielo diede. (Rut 2, 16-18)
L’accoglienza di Rut da parte di Booz è piena di cura e attenzione: egli non si limita al risultato, quello di far sì che Rut possa avere del cibo, ma è in grado di restituirle dignità, lasciando che ella possa ottenerlo tramite il suo impegno.
Il modo in cui Rut, colei che contribuirà in modo decisivo alla discendenza di Davide, viene accolta, diventa una traccia dello stile che il Signore ha con l’umanità: non solo la soccorre, ma la chiama a collaborare in prima persona alla propria riuscita, valorizzando ogni minuta risorsa.
Proprio lo stile che si manifesta nell’incarnazione, quando il Signore svela di amare l’umanità al punto da prendere carne.
Preghiamo
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
dal Salmo 102 (103)

