At 10,1-5.24.34-36.44-48a; Sal 65(66); Fil 2,12-16; Gv 14,21-24
«… E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». (Gv 14,23) «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il padre mio lo amerà…» (Gv 23).
Potrebbe sembrare da questo versetto che l’amore del Padre sia qualcosa da meritare, da guadagnarsi. Invece l’amore del Padre è fuori discussione, viene prima di qua lunque nostra intenzione ed atto. Ce lo dice anche Pao lo: «Dio dimostra il suo amore per noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» ( Rm 5,8). «Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8,32).
Osservando la sua Parola noi non diventiamo più “meritevoli”, bensì permettiamo a quello stesso amore di dimorare in noi. Non siamo noi che dobbiamo convincere la Grazia, ma è la Grazia che suda sette camicie per convincere noi! «Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta…» (Ap 3,20).
L’inabitazione di Dio in noi non è un premio, ma una promessa. C’è un posto dentro di noi che non può essere colmato da niente che sia meno del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
Preghiamo col Salmo
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.