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Con la mia vita, Signore, canto la tua lode

3 Maggio 2014

Ss. Filippo e Giacomo, apostoli

 

 

At 1,12-14; Sal 18(19); 1Cor 4,9-15; Gv 14,1-14

 

“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”.      (Gv  14,1)

 

Apostolo, dice Paolo, è colui che, mediante l’annuncio del Vangelo, genera in Cristo Gesù. Chiamato da Cristo a questo ministero ne è coinvolto fino alla propria conversione che è come uno “scambio” di mentalità: consegniamo la nostra per ricevere la sua. Fino a condividere la gloria del Signore: l’ultimo posto. Paolo esprime molto bene tutto ciò.

Ringraziamo il Signore per l’”apostolicità” della Chiesa. Nelle povere mani di poveri uomini è consegnato il fuoco bruciante della parola viva del Vangelo. Di secolo in secolo, pur nelle imperfezioni, e persino nel peccato, questo fuoco è arrivato fino a noi. Se Dio avesse pre-teso una chiesa di perfetti, cosa sarebbe accaduto? Questo fuoco sarebbe arrivato fino a noi? E noi? Siamo così sicuri che avremmo fatto parte di questa “chiesa”? Chiediamo l’intercessione di Filippo e Giacomo, per essere custoditi nella Chiesa, sposa amata, sempre in cammino di conversione.

Rivolgiamoci a Maria, la “senza macchia”: la sua preghiera potente ci custodisca nel suo Figlio.

 

Preghiamo

 

I cieli narrano la gloria di Dio,

l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

Il giorno al giorno ne affida il racconto

e la notte alla notte ne trasmette notizia.                    

     (dal salmo 18)