Nm 6, 22-27; Sal 66 (67); Fil 2, 5-11; Lc 2, 18-21
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò». (Nm 6, 22-27)
La benedizione del Signore è inesauribile: già pochi versetti del libro dei Numeri lo lasciano intendere, dal momento che qui si tratta quasi di un passa-parola dal Signore, che si rivolge a Mosè, affinché questi parli al fratello Aronne, per riferire una parola che a loro volta potranno rivolgere a ogni israelita.
Una parola di benedizione, per natura, si diffonde, in quanto la sua sorgente – il Signore della vita – è inesauribile, ma capace di moltiplicarsi senza fine, finché ci siano persone a farsene tramite, sperimentando così in prima persona la pienezza del suo amore.
Preghiamo
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
dal Salmo 66 (67)

