At 4, 32-37; Sal 132 (133); 1Cor 12, 31 – 13, 8a; Gv 13, 31b-35
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. (At 4, 34-35)
La concordia della comunità del Signore non è un dono che si realizza in qualunque condizione, come se la libertà umana fosse esentata dal dovervi cooperare. Essa è ottenuta facendo sì che il dono dell’unità, che viene dal Signore, sia visibile in quanto nessuno si trova in situazione di inferiorità rispetto a qualcun altro in quanto bisognoso. Poter condividere il dono della vita nuova dato dal Signore corrisponde anche alla possibilità di condividere ciò di cui si dispone, perché quella vita sia realmente piena, per tutti.
Preghiamo
Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!
dal Salmo 132 (133)