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A te si stringe l’anima mia

Venerdì, Settimana della VI Domenica dopo Pentecoste Santi Gioacchino e Anna - Memoria

26 Luglio 2019

Gs 6,19-20.24-27; Sal 46; Lc 9,23-27 

Gesù diceva a tutti: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». (Lc 9,23)

 

Gesù si prepara al lungo viaggio verso Gerusalemme, luogo della sua passione, morte e risurrezione, e perchè nessuno pensi che le “istruzioni per il viaggio” riguardino solo i Dodici, si rivolge esplicitamente a tutti. Anzitutto si tratta di fare strada dietro di lui, non accanto, non davanti: dietro, per vedere bene e andare dove egli va, nel modo in cui ci va.

Già questo comporta il rinnegamento di sè; ma chi è quel “se stesso” a cui bisogna dire no? E’ l’uomo dentro di noi che non vuole credere, è il cristiano in noi che non vuole diventare credente, che non assume quel senso della vita che è dato dalla fede: prima ancora del dolore, il diventare credenti è la nostra prima croce.

Questo chiede Gesù: rinunciare a salvarsi da sè, dire di no alle seduzioni del potere, dell’avere, dell’apparire, come lui ha fatto nel deserto all’inizio della sua missione pubblica e sulla croce al suo compimento, consegnare ogni giorno la vita nelle mani del Padre e da lui attenderla in dono.

 

Preghiamo col Salmo

Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
I capi dei popoli si sono raccolti
come popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
egli è eccelso.