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Rendere ragione della speranza che è in noi

Commemorazione dell’annuncio a Giuseppe

16 Dicembre 2015

 

2 Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88 (89); Rm 4,13.16-18; Mt 1,18b-24

 

«La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre».        (2Sam 7,16)

 

La profezia di Natan descritta nella prima lettura ci fa capire che Dio non desidera una casa, un tempio costruito dall’uomo in cui abitare ma bensì una dinastia stabile fondata sulla sua alleanza tra lui e Davide. L’intenzione di Davide è certamente retta e dettata da un cuore generoso ma Dio, attraverso il profeta Natan, comunica che sarà lui stesso a provvedere una casa e una numerosa discendenza attraverso il figlio Salomone che succederà al padre. Ma si può intravvedere che la profezia ha un valore e un significato molto più grande, perché dietro la figura di Salomone si erge, all’orizzonte, quella del Messia. Anche noi possiamo fare nostra questa profezia-promessa di Dio, perché in Gesù che nasce a Natale anche noi siamo invitati a riscoprire il nostro rapporto di alleanza con il Padre che ci ama e che a ciascuno di noi farà una casa dove dimorare per sempre. Mentre, dunque, stiamo preparando una casa a Gesù Bambino nella grotta del presepio, non dimentichiamoci che è il nostro cuore soprattutto il luogo dove viene a dimorare il Signore, il luogo in cui Dio vuol trovare casa.

 

Preghiamo

 

“Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide, mio servo.

Stabilirò per sempre la tua discendenza,

di generazione in generazione edificherò il tuo trono”.

             (Sal 88,4-5)

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]