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Rendere ragione della speranza che è in noi

13 Dicembre 2015

 

Is 30,18-26b; Sal 145 (146); 2 Cor 4,1-6; Gv 3,23-32a

 

«Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».               (Gv 3,29-30)

 

Il vangelo ci presenta Giovanni Battista che precisa, ancora una volta, ai suoi discepoli e alla folla, che Gesù è l’inviato da Dio e, pertanto, è lui che dobbiamo accogliere e seguire. Per far comprendere la sua missione Giovanni richiama il paragone delle nozze: a Giovanni tocca preparare le nozze, richiamare l’attenzione della sposa, il popolo di Israele, ad accogliere lo sposo che sta per venire, Gesù. Giovanni richiama il compito di ogni predicatore: preparare il cuore di chi ascolta ad accogliere il Signore. Ma questo è anche il compito di ogni credente: aiutare gli altri ad accogliere nel proprio cuore Gesù. È il senso della splendida affermazione di Giovanni: “Egli deve crescere e io invece diminuire”. Quante volte siamo preda del nostro protagonismo, del nostro voler apparire, del nostro stare sulla scena! Ciascuno di noi provi ad attenuare il proprio orgoglio perché possa crescere l’amore per Gesù.

Ancora una volta il Battista ci sta davanti e ci insegna come essere discepoli.

 

Preghiamo

 

Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te

è un salvatore potente.

Gioirà per te,

ti rinnoverà con il suo amore,

esulterà per te con grida di gioia.          

(Sof 3,17)

 

Impegno Settimanale

 

Quali parole di fiducia e di speranza posso offrire alle persone che incontro?

 

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]