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Nostro rifugio è il Dio di Giacobbe

6 Novembre 2016

 

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo – Solennità del Signore

 

 

Dn 7,9-10.13-14; Sal 109; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

 

Alla salvezza non basta la sola conoscenza del Signore Gesù quando questa non si traduce in gesti di affetto e concreta solidarietà fraterna verso il prossimo, perchè “ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi fratelli più piccoli, l’avete fatta a me”. (Mt 25)

 

Questa pagina del vangelo di Matteo è inscindibile dal resto del suo vangelo e del vangelo intero. In Matteo troviamo molti “discorsi” che si riferiscono al giudizio finale. Colui che non si limita a fare la volontà di Dio attraverso le parole non sarà condannato (Mt 7,21-27). Colui che non perdona non sarà perdonato (Mt 6,12-15; 1-35). Il Signore riconoscerà davanti a suo Padre nei cieli colui che si è dichiarato per lui davanti agli uomini (Mt 10,31-33). La via della salvezza è la porta stretta (Mt 7,13).

Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi. Colui che vuole salvare la propria vita la perderà (Mt 16,24-26). San Marco ci dice anche: Colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvato. Colui che non crederà sarà condannato (Mc 16,15-16). Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione.

Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio all’umanità che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato. Allora solamente il suo regno comincerà a diventare realtà.

 

Preghiamo col Salmo

 

Il Signore ha giurato e non si pente:

“Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melkisedek”.

Il Signore è alla tua destra!

Sarà giudice fra le genti.