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Benedetto colui che viene nel nome del Signore

26 Marzo 2013

Martedì della Settimana Autentica

Gb 19,1-27b; Sal 118 (119); Tb 5,4-6a; 6,1-5.10-13b; Mt 26,1-5

 

"Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso". Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. (Mt 26,2-3a.4)

 

E Dio “si commosse nelle sue viscere” e scese a liberare il suo popolo. È il passaggio dalla schiavitù alla libertà: un lungo cammino per giungere, salvati e liberati, ad essere “liberi per amare” come dirà san Paolo.

A questo popolo amato, scelto e liberato durante secoli, i profeti richiameranno la necessità della memoria: “ricordate che foste schiavi in Egitto e Yahvé vi liberò”.

Non far memoria finisce perconcedere spazio alla “morte”. Spinge le autorità religiose, a cercare un pretesto per catturare e uccidere Gesù.

Entriamo con Gesù nella sua pasqua per riconoscere la nostra pasqua, il passaggio verso la libertà, che per amore ci regala e ci fa fare.

È questa una grazia, non uno status e ancor meno un vaccino. Grazia che ci fa capaci di confidare, essere fedeli ed amare.

Via i calcoli politici e gli interessi individuali.

 

 

Preghiamo

 

Fratelli, seguiamo il cammino di Cristo

che conduce a salvezza.

Egli morì per noi, lasciando un esempio.

Sulla croce portò nel suo corpo i nostri peccati

perché, morendo alla colpa,

risorgessimo alla vita di grazia.

(dalla liturgia)