“Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città. Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perchè egli è povero e a quello aspira”. (Dt 24)
E’ Mose’ che insegna al popolo come stabilire le giuste relazioni sociali, indicazioni utili anche per l’oggi.
All’israelita in cammino verso la Terra Promessa, Dio ordina di non pensare solo a se stesso, ma anche agli altri, specialmente al forestiero, all’orfano, alla vedova; nella grave calamità siamo tutti, sempre, chiamati a rispondere in proprio ai bisogni degli altri.
Paolo ci insegna che, a maggior ragione, tutti i battezzati formano un solo corpo, pur con diverse mansioni, perciò solo la condivisione degli intenti e delle finalità fa progredire in salute l’intero corpo: uno solo è lo Spirito ricevuto nel battesimo, uno solo deve essere il corpo di Cristo che ne risulta.
La parabola di Gesù chiarisce ulteriormente quale deve essere il sentimento che muove nei rapporti con il prossimo: si deve comprendere la difficoltà, perdonare e mai vessare chi sta nel bisogno. Senza dimenticare che Dio ‘regola i conti’, pur con carità e benevolenza, ma anche con giustizia.
Preghiamo col Salmo
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.