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Cibo e comunità

18 Novembre 2014

Ger 1,11-19; Sal 101 (102); Am 1,1-2;3,1-2; Mt 7,21-29

 

 

«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia». (Mt 7,24-25)

 

Il brano evangelico incomincia con una sorta di rimprovero da parte di Gesù: “non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”, quasi a sottolineare il rischio dell’ipocrisia di chi alle parole non fa seguire o corrispondere le opere.

L’uomo saggio, la cui casa fondata sulla roccia è in grado di resistere ai venti e alle tempeste, è colui che in primo luogo “ascolta” la Parola, e poi umilmente la “mette in pratica”: solo così diventa in grado di “costruire” una vita fondata sulla Verità.

Nella nostra società così volubile, attraversata da molteplici fragilità, la Parola deve diventare sempre più il nostro punto di riferimento stabile, come solida roccia.

 

Preghiamo

Signore, non ho altro aiuto che Te;

nessun altro liberatore, nessun altro sostegno.

A Te rivolgo la mia preghiera.

Solo tu puoi rispondermi.

Fammi sperimentare che tu sei più forte di ogni avversità e di ogni mio nemico.