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Chiamati per nome, usciamo dal nostro torpore

25 Marzo 2012

Domencia V di Quaresima, "di Lazzaro"

Dt 6,4a.20-25; Sal 104 (105); Ef 5,15-20; Gv 11,1-53

“Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!”. Allora Tommaso, chiamato Didimo, disse agli altri discepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!”. “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà.” (Gv 11,14b-16.25)

 

Lazzaro è morto, Gesù va incontro alla morte e i suoi discepoli sono pronti a morire con lui. In questo scenario di morte tuttavia, Gesù si proclama risurrezione e vita e chi crede in Lui, non morirà in eterno. Marta ha questa fede e così vedrà il fratello Lazzaro tornare in vita dopo quattro giorni di permanenza nel sepolcro. È un miracolo grande, segno e anticipo di ciò che Dio opererà alla fine dei tempi, quando risusciterà i nostri corpi mortali. Lazzaro è ritornato alla vita terrena, noi invece avremo la vita eterna. Alimentiamo perciò la nostra fede con l’ascolto attento e assiduo della Parola di Dio, viviamo secondo i suoi precetti per conoscere la gioia dell’incontro con Gesù, risurrezione e vita.

Preghiamo

Benedetto il Signore sempre;
ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.
(dal Salmo 67[68])

Impegno settimanale
Cerco di condividere la speranza che Gesù mi comunica nella vita,
con quanti sono in un momento di dolore.

 

[La Parola ogni giorno – "Questo è il mio corpo, che è dato per voi". Pane di vita per le genti – Quaresima 2012 – Centro Ambrosiano]