Is 51,1-6; Sal 45; 2Cor 2,14-16a; Gv 5,33-39
Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Is 51,1
Il popolo è invitato da Isaia a guardare alle origini: l’alleanza con Dio ha la forza della roccia, è impregnata del sudore della miniera ove si conquistano oro e diamanti. La fatica non è però dell’uomo, ma di Dio. È lui che, con determinazione, ha chiamato Abramo e lo ha benedetto col figlio partorito da Sara. La promessa mantenuta di una discendenza numerosa non è frutto di potenza umana, ma di fiducia. Al popolo si chiede la capacità di attendere. Allo stesso modo noi possiamo guardare a chi ci ha generato alla fede, strumenti per arrivare alla roccia in cui siamo stati tagliati e alla cava dalla quale – per grazia – siamo stati estratti. Tornare agli inizi della fede è fondamentale per camminare incontro al Dio che sta per venire. A noi il compito di continuare a cercarlo, certi che la giustizia è anelito a cui tendere sempre. Questo desiderio di carità sia benevolenza che ricada su tutta l’umanità.
Preghiamo
Signore, la tua bontà mi ha creato.
Tu attendi, o Signore misericordioso,
la mia conversione
e io attendo la tua grazia
per raggiungere, attraverso la conversione,
una vita secondo la tua volontà.
Anselmo di Aosta