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L’ingresso del Messia

Sabato della IV settimana di Avvento

13 Dicembre 2025

Ez 35, 1; 36, 1a. 8-15; Sal 147; Eb 9, 11-22; Mt 21, 28-32

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Ora, figlio dell’uomo, profetizza ai monti d’Israele e di’: E voi, monti d’Israele, mettete rami e producete frutti per il mio popolo Israele, perché sta per tornare. Ecco, infatti a voi, a voi io mi volgo; sarete ancora lavorati e sarete seminati». (Ez 35, 1; 36, 1a. 8)

Il Signore annuncia che il popolo potrà tornare nella terra: la sua alleanza non è revocata, ma si riapre la possibilità di vivere. Quell’annuncio è anticipato da un elemento significativo, perché è preceduto dalla richiesta, fatta agli alberi, di produrre frutto: il ritorno nella terra non coincide con la semplice possibilità di ricominciare daccapo, magari dovendo ricostruire con fatica quanto si è perduto, ma il Signore vuole che il popolo venga accolto, trovando una terra ospitale e fruttifera.
È quello un segno indicativo dello stile del Signore: non solo perdona concedendo una nuova possibilità, ma ama fino in fondo, tanto da offrire al peccatore perdonato un nuovo inizio segnato dalla promessa di abbondanza, da una cura che nessuno oserebbe sperare.
Quello stile è offerto a ciascuno, anche oggi: non per sminuire il peccato, ma per offrire la possibilità di una piena relazione con lui. La responsabilità dei cristiani è quella di scoprire un amore tanto profondo e di lasciarsi da esso coinvolgere con pari intensità.

Preghiamo

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.

dal Salmo 147