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La vita come pellegrinaggio di fraternità universale

Ger 2,1-2a.30-32; Sal 129 (130); Eb 1,12-2,4; Mt 10,1-6

24 Novembre 2018

«Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità». (Mt 10,1)

I missionari non partono di loro iniziativa ma sono mandati da Gesù, il quale trasmette a loro il suo potere. Anche noi siamo chiamati a vivere in questa Chiesa, in questo tempo, portando a compimento il suo progetto senza snobbare gli altri fratelli, senza sentirci migliori. I discepoli non possono andare per il mondo dicendo solo parole. Non c’è fede nelle parole e queste sono degne di fede se vengono precedute e seguite dai fatti. Gesù dona oggi ai suoi discepoli il potere di agire, operare, offrire fatti che attestano che essi vengono da Dio, dal momento che solo Dio è più forte del principe di questo mondo. Essi ricevono potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e infermità. Poiché queste cose solo Dio le può fare: esse non sono nelle mani dell’uomo senza Dio, dell’uomo che non è con Dio, dell’uomo che vive lontano da Lui, ma compiendoli, i discepoli attestano la loro vicinanza a Gesù. Gesù è veramente con loro.

Preghiamo

O Signore, che hai illuminato l’uomo smarrito nelle tenebre con la luce della tua nascita, dopo un dono così generoso non lasciarci soccombere tra i pericoli, ma vieni a liberarci dal male, o Figlio di Dio. Amen.
(Orazione lodi mattutine sabato 1 settimana)

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]