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La pienezza in cui siamo

Lunedi', Vigilia di Natale

24 Dicembre 2018

Eb 10,37-39; Sal 88 (89); Mt 1,18-25

«Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». (Mt 1,20-21)

La nascita di Gesù è un fatto assolutamente miracoloso: la prima reazione di Giuseppe è lo sconcerto e la meraviglia. Certamente lo stato di Maria creava un problema a Giuseppe che è infatti assalito dal dubbio, non tanto sulla innocenza di Maria quanto sul suo ruolo in tutto il progetto salvifico di Dio. Ecco, il Signore interviene a sollevare Giuseppe, gli rivela, attraverso l’angelo, il nome del bambino. Sarà lui a dare il nome e quindi sarà il padre legale e colui attraverso il quale si avvererà quella storia di speranza e di futuro che il popolo attende. Proprio attraverso l’Angelo si salvaguardia l’alterità e l’assoluta invisibilità di Dio, tanto invisibile che non si può accedere direttamente a lui. La venuta di Gesù invece rende possibile il superamento della separazione tra Dio e l’uomo: egli è il Dio con noi, per la nostra salvezza e da questo momento dire Gesù è dire salvatore. La nascita di Gesù, la sua vita e la sua attività sono concretezza del “Dio con noi”, vera novità della storia.

Preghiamo
Signore, tu che sei il centro della vita, della storia del mondo, attira a te tutti coloro che cercano la verità.
Sii tu la risposta definitiva per l’uomo di oggi, rendici attenti uditori della tua parola e capaci di accogliere la tua venuta.

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]