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No alla nuova idolatria del denaro

25 Febbraio 2016

 

GIOVEDI 25 FEBBRAIO

 

 

Gen 16,1-15; Sal 118 (119),49-56; Pr 6, 20-29; Mt 6,1-6

 

 

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6,1-4)

 

 

L’importante non è tenere lo sguardo su di me e compiacermi di quello che faccio, ma piuttosto tenere lo sguardo sul Signore e sul bisogno del fratello. L’importante non è che gli altri mi vedano, ma che il Padre veda nel segreto del mio cuore e mi doni la gioia. La nostra relazione con Gesù ci chiede di tenere sempre insieme due poli: Dio che è amore e le nostre mani vuote. A noi viene chiesta l’umiltà di riconoscere la nostra finitezza e povertà, di accettare la nostra imperfezione e impotenza, senza cercare di mostrare altro. Dalla parte di Dio Padre c’è amore misericordioso sul quale lui ci chiede di imparare a contare. È qui che si costruisce una fiduciosa relazione d’amore che può unire solo nel silenzio del cuore.

 

 

Preghiamo

 

Ricordati della parola detta al tuo servo

con la quale mi hai dato speranza

Questo mi consola nella mia miseria:

la tua promessa mi fa vivere.

Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore,

e ne sono consolato.

 

Salmo 118 (119)

 

 

[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]