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No al pessimismo sterile

15 Marzo 2016

 

 MARTEDI 15 MARZO

 

Gen 45,2-20; Sal 118 (119),129-136; Pr 28,2-6; Gv 6,63b-71

 

Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. (Gv 6, 60.67-69)

 

 

Termina il ministero di Gesù in Galilea e si tirano le somme. Molti lo hanno seguito con entusiasmo, ma, il discorso di Gesù si fa impegnativo: si presenta come colui che sazia la fame e la sete di coloro che cercano Dio. Le folle si aspettavano altro e, uno ad uno, si ritirano per tornare alla vita di sempre. Rimangono i dodici, Gesù si gira verso i suoi amici più intimi e dice: “Forse anche voi volete andarvene?” Grande la professione di fede di Pietro, che esprime una adesione personale a Cristo, un amore a lui indiscusso, frutto di fiducia prima che di comprensione. Per Pietro Gesù è l’unico Salvatore, il Santo, colui che sfugge agli schemi dell’uomo perché viene da Dio, colui che ha parole di vita eterna.

 

 

Preghiamo

 

Come la cerca anela ai corsi d’acqua

così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Le lacrime sono mio pane giorno e notte,

mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?».

 

(Salmo 41)

 

 

[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]