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Accogliere chi ha il cuore ferito

29 Novembre 2015

 

Is 45,1-8; Sal 125 (126); Rm 9,1-5; Lc 7,18-28

 

«Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è altro dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci».    (Is.45,5)

 

Il Natale viene con la vera notizia che conta: Dio si fa uomo per sollevarci. La lettura di Isaia ci presenta un Dio magnanimo, che fa partecipe l’uomo del suo potere, lo chiama e gli conferisce un’autorità per la salvezza del popolo e per la sua gloria. Qui il chiamato, il consacrato, è Ciro, ma sappiamo a chi competerà in pienezza il titolo messianico: il re persiano liberatore d’Israele è figura del Cristo liberatore dell’umanità. Con l’unzione battesimale poi diveniamo a nostra volta partecipi della consacrazione di Cristo, anche noi dei piccoli messia. Il Padre, rimane l’unico vero detentore del potere, ci conferisce il suo potere perché lo mettiamo a servizio della vita e del bene di tutti, e così la gloria di Dio risplenda agli occhi e negli occhi della famiglia umana. Non è la chiamata dei soli battezzati, ma di ogni uomo di buona volontà; anche se, come Ciro, non conosce l’unico Signore della storia.

 

 

Preghiamo

 

Signore, ti prego, fa’ che la terra del mio cuore,

della mia vita si apra a te che vieni.

Fa’ che mi spalanchi, senza chiusure di sorta.

Aumenta la mia fede nel tuo silenzioso

e discreto operare salvezza dentro la mia storia

e in quella dei miei fratelli.

 

 

Impegno Settimanale

Compirò un gesto per una famiglia in difficoltà.

 

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]