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Ascolta, Signore, il povero che t’invoca.

4 Agosto 2013

1Re 21,1-19; Sal 5; Rm 12,9-18; Lc 16,19-31

 

 

Fratelli la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. (Rm 12)

 

 

Il cristiano ha un suo preciso stile di vita che dovrebbe contrassegnarlo in ogni circostanza: la carità senza finzioni, che origina affetto e stima verso gli altri, sia nella letizia che nei tempi oscuri di sofferenza.

Sembra una linea di condotta semplice, ma da tanta semplicità ci mette in guardia la parola di Gesù che spiega come la ricchezza e il potere possano oscurare il nostro intelletto e nulla e nessuno potrà allora indurci a cambiare vita.

La parabola del povero Lazzaro che nella vita ha sofferto molti mali e dell’uomo ricco che ha goduto senza alcun pensiero la ricchezza, ci richiama proprio alla necessità di cercare un giusto senso delle cose per non lasciarci accecare e intorpidire dalla ricerca di benessere individuale senza alcuna solidarietà verso chi soffre. Su questo il giudizio di Dio è severo.

 

Preghiamo col Salmo

 

Porgi l’orecchio, Signore, al mio lamento.

Sii attento alla voce del mio grido,

o mio re e mio Dio,

perchè a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.